ADAM

Un profondo racconto al femminile, storie di vite di donne indipendenti, madri e figlie. Per Maryam Touzani, già protagonista di Razzia (Cinemafrica Bologna 2020), questo è un esordio alla regia domestico e sensibile, che vuole investigare l’essere umano nella sua dimensione di crisi ma che riesce a risvegliare la propria compassione grazie alla complicità di un incontro.
Nella medina di Casablanca le due protagoniste intrecciano così i propri destini: Abla, madre di una figlia di 8 anni, proprietaria di un modesto panificio e Samia, giovane donna gravida alla ricerca di un alloggio. Questo incontro fortuito lascerà una magica traccia nella vita di ognuna delle protagoniste mutando il loro animo. Abla, nel vedere la futura madre disperata e pronta a passare la notte in strada, concederà a Samia un primo aiuto e questi pochi giorni di contatto porteranno Abla a dover lavorare sulla propria rigidità e freddezza mentre Samia verrà accompagnata nella decisione di dare il figlio, avuto fuori dal matrimonio, in adozione.
La regista ha la capacità di accompagnarci all’interno dei moti interiori di queste due fortissime donne seguendole nel chiaro scuro della loro abitazione.
L’ispirazione è arrivata da un incontro doloroso e reale avvenuto nella vita della regista: è a Tangeri però che una giovane donna è fuggita dalla sua famiglia perché rimasta incinta e l’uomo che le aveva promesso di sposarla l’aveva lasciata. Impossibile per lei chiedere aiuto per paura e per vergogna, sperava di partorire lontano da casa. Così è stata accolta dalla famiglia Touzani fino alla nascita del suo bambino. Come nel film, questo incontro che doveva essere di pochi giorni si trasforma in un periodo di diverse settimane in cui lo scambio tra famiglia ed ospite diventa un legame ogni giorno più profondo.
Il sentimento che le lega è quindi quello dell’amore incondizionato per la vita nonostante gli eventi di profonda sofferenza che la vita stessa ci obbliga a sopportare. Ci viene spontaneo schierarci o almeno ingenuamente chiederci se avremmo anche noi la forza interiore della giovane Samia.
Il film è stato presentato in numerosi festival internazionali tra cui Cannes nel 2019 ed è stato premiato a Durban e Cartagine, due tra i più importanti festival di cinema africano.