LA NUIT DES ROIS

“l’Africa è forse l’ultimo teatro antico di oggi”. (P. Lacôte)
“If God says yes, no one can say no” (sui muri della Maca)

Cosa succede se si finisce rinchiusi in un carcere della Costa d’Avorio? La MACA (Maison d’Arrêt et de Correction d’Abidjan) è situata ai margini di Abidjan, nel mezzo della Banco Forest e quando un semplice ladruncolo viene incarcerato si spalanca per lui un universo parallelo, con le sue regole, i suoi codici, la sua metafisica.
“Il carcere è una situazione che in Africa può verificarsi facilmente perché sei povero o perché qualcuno ha deciso che tu sia d’esempio affinché le regole siano rispettate” dice il regista Ivoriano Philippe Lacôte qui alla sua seconda prova alla regia dopo lo straordinario esordio di Run (Cinemafrica 2016)
Il film è iperrealistico per quanto riguarda la messa in scena (gli esterni sono girati davvero nei pressi della MACA e per gli interni sono state studiate e ricreate accurate scenografie) e per ciò che concerne i rapporti tra i detenuti che sono davvero governati da una formale gerarchia interna, un linguaggio e dei codici ben precisi.
Allo stesso tempo Philippe Lacôte affonda a piene mani nella tradizione del racconto orale – tipico dei griot dell’Africa occidentale – immergendo la storia in un’atmosfera magica e liquida che non nasconde di ispirarsi a Sherazade e ai racconti de “Le mille e una notte”.
Il risultato è un film affascinante e onirico, con lampi visivi estremamente coinvolgenti dove la favola nasce e ritorna alla dura realtà del carcere.
Alla MACA governa quale capo assoluto il dangorò Blackbeard. All’ingresso del giovane ladruncolo il dangorò, sentendosi malato e in punto di morte, lo chiama e lo indica come il nuovo “Roman”, colui il quale dovrà raccontare una storia agli altri detenuti nella notte di luna rossa. Durante questa notte il dangorò può ancora esercitare il suo potere di vita e di morte e “Roman” potrà salvarsi solo prolungando per tutta la notte il suo racconto (la storia del leggendario fuorilegge Zama King).
Philippe Lacôte ha davvero frequentato questa prigione da bambino, quando andava a visitare sua madre, in carcere per motivi politici. Poiché non c’erano sale colloquio alla MACA, non poteva fare altro che aspettare insieme ai prigionieri che erano liberi di mescolarsi ai visitatori.
L’attore che interpreta Roman (Koné Bakary) è non professionista: nato nel 1998, studente all’università di lingue di Abidjan, è stato scelto dal regista dopo un casting tra i giovani dei quartieri poveri della città. Sono stati scritturati anche altri ragazzi nei ruoli di ballerini, carcerati, acrobati. Steve Tientcheu (Blackbeard) e Rasmané Ouédraogo (Soni) invece hanno già avuto diverse esperienze cinematografiche importanti, in particolare Tientcheu ha lavorato nel film “I Miserabili” di Ladj Ly (Cannes 2019), e Ouédraogo ha avuto ruoli in diversi film del maestro burkinabè Idrissa Ouédraogo e in Mooladè di Sembene Ousmane.
Il film è stato presentato tra gli altri al Festival di Venezia nel 2020 e ha avuto diversi riconoscimenti tra cui due premi ai festival di Rotterdam e Toronto