PAYSAGES D’AUTOMNE
«Da molto tempo osservo quello che succede nel paese e seguo da vicino quello che viene scritto dalla stampa sull’Algeria. Penso che manchino giornalisti investigativi che riportino realmente ciò che sta accadendo nella società e ciò che la gente sta vivendo». (M. Allouache)
Cinque studentesse sono vittime di una serie di omicidi, la polizia non sembra in grado di indagare.
O forse non vuole? Sul caso si butta a testa bassa una giornalista d’inchiesta Houria (Salima Abada) aiutata da Latifa, giovane fotoreporter: due donne indipendenti e coraggiose, che sfidano il sistema quasi senza rendersene conto.
Nel film sono evidenti le tensioni tra un modo di vivere e di pensare più legato alla tradizione e la voglia di rinnovamento e modernità. A Mostaganem – città costiera di provincia dell’Algeria contemporanea – la politica, i costumi sociali, gli stili di vita sembrano non dover cambiare mai.
Paysages d’Automne è un thriller classico, due generi si intrecciano: il noir, ricco di suspense e tensione, e il film al femminile con una donna alla ricerca della verità e decisa a non mollare (i suoi principi, l’amore per il suo paese).
Con questo film – premiato a Valencia e al Vues d’Afrique di Montreal – CinemAfrica salda un debito che aveva da molti anni con Merzak Allouache. Il prolifico regista algerino ora 76enne, vive soprattutto a Parigi dove ha studiato da giovane alla IDHEC (Institut des hautes études cinématographiques), scuola che ha prodotto maestri come Louis Malle, Alain Resnais, Theo Angelopoulos, Costa Gavras.
Ha realizzato nel corso della sua carriera diversi film tutti molto impegnati, sempre affrontando temi delicati e di frontiera. Tra le sue opere recenti: Madame Courage (2015) sulla droga e le tensioni sociali nelle periferie algerine, Investigating Paradise (2016) sulla propaganda estremista e gli appelli jihadisti che circolano in internet, Tamanrasset (2008) storia di immigrazione clandestina dal Mali attraverso il Sahara, Le repenti (2012) sulle vicende di un giovane terrorista islamico che decide di chiudere con il passato grazie all’amnistia del governo, Divine Wind (2018) dramma esistenziale e d’amore tra due guerriglieri jihadisti.
L’Algeria è il paese più grande dell’Africa (oltre 7 volte l’Italia), e una grandissima parte della sua superficie è occupata dal Sahara: gli oltre 40 milioni di abitanti si concentrano nella zona nord del paese. Indipendente dal 1962, ha una storia recente particolarmente turbolenta: il decennio nero degli anni ’90 (decine di migliaia di morti per mano dei gruppi terroristi islamici e delle forze di sicurezza), un periodo di relativa pace sociale, la Primavera Araba del 2010. L’anziano presidente Bouteflika (deceduto pochi giorni fa) nel 2019 è stato costretto alle dimissioni da violente proteste popolari ed è fortissimo il consenso e la partecipazione al movimento “Hirak” che continua a essere in piazza regolarmente. Nonostante tutto è forse il paese più ricco del nord Africa e uno dei più ricchi del continente grazie alle sue risorse petrolifere.